Medicina Magica

4. LA SCIENZA DELLE ERBE

Gli scrittori di medicina non indagano sulle basi scientifiche delle proprietà medicinali delle erbe e dei minerali: queste sono infatti un dono degli dèi da accettare senza indagarne le cause: «In nessuna parte della natura» scrive Plinio, «si deve cercare la ragione scientifica delle cose, ma solo la sua volontà».

Perciò anche l’uso delle erbe, l’aspetto più significativo della medicina naturale, si colloca nella sfera della magia. A talune di esse si attribuiscono poteri straordinari, come al laserpizio, pianta di origine africana, definito da Plinio «uno dei doni più preziosi della natura», dalla cui radice si estraggono succhi prodigiosi che hanno il potere di addormentare le pecore o di fare starnutire le capre, ma anche di rendere innocuo il veleno dei serpenti, di facilitare la digestione, di guarire i disturbi della circolazione, il mal di gola, l’asma, l’idropisia, l’epilessia, l’itterizia, i disturbi femminili, di far maturare gli ascessi, di cicatrizzare ferite e piaghe, di estirpare i calli. Per le sue virtù ricostituenti il laserpizio è anche usato come tonico nelle convalescenze e nei casi di prostrazione psicosomatica.

La polpa di zucca condita con assenzio e sale è considerata un efficace rimedio contro il mal di denti. La stessa proprietà si attribuisce al lattice di senapa. Aceto caldo e polpa di zucca sono rimedi efficaci contro le gengiviti. L’orzo con sale o miele mantiene intatto il candore dei denti. La medesima proprietà è attribuita alle radici di asfodelo. Masticare foglie di lauro serve invece, a chi abbia bevuto molto vino, a depurare l’alito.

Uno degli ortaggi più apprezzati dai Romani per la cura delle malattie e anche dei semplici disturbi è il cavolo. Catone ne enumera le molteplici proprietà: condito con aceto e sale, il cavolo aiuta la digestione e mantiene lo stato di salute generale. Condito con aceto e miele, ruta, coriandolo e laserpizio, combatte i dolori articolari. Arrostito, unto e salato, e mangiato a digiuno, combatte l’insonnia e tutti i mali della vecchiaia. Seccato e triturato finemente e ingerito la mattina a digiuno agisce come purgante. Anche le frizioni di cavolo sulla pelle del corpo assicurano una lunga salute e proteggono dalle malattie, eccetto quelle contratte per imprudenza.

Applicate sulle piaghe, siano esse croniche o recenti, le foglie di cavolo le fanno cicatrizzare. La stessa efficacia ha sulle ulcerazioni il cavolo tritato e misto a miele. Chi ha un polipo nel naso può liberarsene nello spazio di tre giorni, secondo Catone, aspirando col naso polvere di cavolo selvatico triturato. La mistura di cavolo finemente tritato e vino, lasciata gocciolare nelle orecchie guarisce dalla sordità.